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Apuleio
Metamorfosi (l'asino d'oro), VI, 9
 
originale
 
9. et audaciter in capillos eius inmissa manu trahebat eam nequaquam renitentem. Quam ubi primum inductam oblatamque sibi conspexit Venus, latissimum cachinnum extollit et qualem solent furenter irati, caputque quatiens et ascalpens aurem dexteram: "Tandem" inquit "dignata es socrum tuam salutare? An potius maritum, qui tuo vulnere periclitatur, intervisere venisti? Sed esto secura, iam enim excipiam te ut bonam nurum condecet"; et: "Vbi sunt" inquit "Sollicitudo atque Tristities ancillae meae?" Quibus intro vocatis torquendam tradidit eam. At illae sequentes erile praeceptum Psychen misellam flagellis afflictam et ceteris tormentis excruciatam iterum dominae conspectui reddunt. Tunc rursus sublato risu Venus: "Et ecce" inquit "nobis turgidi ventris sui lenocinio commovet miserationem, unde me praeclara subole aviam beatam scilicet faciat. Felix velo ego quae ipso aetatis meae flore vocabor avia et vilis ancillae filius nepos Veneris audiet. Quanquam inepta ego quae frustra filium dicam; impares enim nuptiae et praeterea in villa sine testibus et patre non consentiente factae legitimae non possunt videri ac per hoc spurius iste nascetur, si tamen partum omnino perferre te patiemur."
 
traduzione
 
?E afferratala bruscamente per i capelli cominci? a strascinarla senza che quella poveretta potesse minimamente reagire. ?Quando Venere se la vide portare davanti sbott? in una sonora sghignazzata e scuotendo la testa come di solito fa chi ribolle dentro dalla rabbia e grattandosi l'orecchio destro: 'Finalmente' le grid? 'ti sei degnata di venire a salutare tua suocera! O forse sei venuta a far visita a tuo marito in pericolo per la ferita che gli hai procurato? Ma sta tranquilla, ti far? l'accoglienza che merita una brava nuora come te,' e soggiunse: 'dove sono Angoscia e Tristezza, le mie ancelle?' e fattele entrare ad esse l'affid? perch? la torturassero; e quelle, eseguendo a puntino l'ordine della padrona, cominciarono a lavorare di scudiscio sulla povera Psiche e a straziarla con torture di vario genere, poi gliela riportarono davanti. E Venere nuovamente scoppi? a ridere: 'Sta a vedere che io adesso debbo commuovermi per quel suo ventre gravido che dovrebbe farmi nonna felice di una prole illustre. S?, proprio felice: nel fiore degli anni esser chiamata nonna e il figlio di una miserabile schiava passare per nipote di Venere. Ma stupida anch'io a chiamarlo figlio, ch? mica ? valido il matrimonio fra persone di diversa condizione sociale celebrato, poi, cos?, in campagna, senza testimoni, senza il consenso del padre; perci? questo che nascer? sar? un bastardo, ammesso pure che io ti lasci portare a termine la gravidanza.'
 

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